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29 ottobre 2012

Quando nasce un ammore...

sottotitolo: quando nasce un ammore ti metti a dare titoli imbarazzanti ai tuoi post.

Lo dicevo che avremmo avuto modo di parlarne, no?

Volevo scrivere un post di quelli belli, di quelli pensati, riletti, assaggiati tra le pieghe della bocca.
Volevo scrivere un post intenso, serio, interessante - la verità è che non ci sono riuscita, allora per una volta una soltanto lascio che scrivere sia un po' come vomitare, e Dio sa quanto suona di sinistra questa mia ultima affermazione.
Pensavo che era da tanto, tanto tempo che non sentivo quella sensazione che è come passare le narici su qualcosa di perfettamente pulito, senza macchie, senza colpe.
Parlerò chiaro: a maggio sono stata brutalmente e orrendamente lasciata dopo una storia (ma lo era davvero?) di un anno e mezzo. Non entrerò nel dettaglio perché forse l'ho già fatto troppe volte, in altre sedi, ma sta di fatto che sono stata male - e quella storia che era sbagliata, immatura e dolorosa è finita così, nella merda, nello stesso modo in cui è iniziata: parlando poco e male, sputandosi addosso il rancore, ed è stata una storia triste, umile ma vera.
Io l'ho provato l'amore quello pulito, è passato del tempo ma l'ho provato - l'ho avuta anch'io una storia d'amore importante e bella, dall'inizio alla fine. E' durata anni ed è stato amore ogni giorno, l'amore che fa ridere, che fa desiderare, che fa progettare e crescere, io lo so che cos'è e lo rivoglio, lo volevo anche in primavera quando il mondo sembrava disfarsi al tocco delle mie dita e la realtà era come un brutto film, i contorni delle cose appannati, i rumori del mondo taglienti.
Io credo di essere capitata senza volerlo in un altro amore che è appena nato e che ha tutte le carte in regola per essere qualcosa di grosso, qualcosa che cambia una vita.
E' un amore appena nato ma dalle braccia forti, braccia che si stringono nel freddo, ed è nato per caso in un giorno di giugno e a volte mi guardo indietro e penso che sia nato prima - forse a febbraio quando abbiamo fatto tintinnare i bicchieri e c'era lui all'altro capo del tavolo e io non lo volevo, e infatti quella serata finì in lacrime e sangue e io che di nuovo mi sentivo quella che si era comportata come una troia.
Mi guardo indietro e ricordo i sogni, i desideri, quel bisogno di sentirmi stimata, apprezzata da te perché credevo, ero sicura che saremmo potuti essere buoni amici.
Buoni amici lo siamo stati - tu sei stato l'amico migliore quando era maggio e io stavo male, tu mi facevi ridere quando nessun altro riusciva, tu mi facevi venire voglia di parlare, di espormi.
E' durata poco la nostra amicizia, perché un giorno ci siamo guardati e il resto è venuto da solo - ricordo le nostre mani timide nello stringersi di nascosto da tutti, e la goffaggine di chi taglierebbe la testa alle parole con un bacio di quelli guzzi, ed effettivamente così è stato, un bacio guzzo tra la spazzatura e l'università, il mio ritardo di mezz'ora sul lavoro e le tue ciglia lunghe e belle che vibravano, occhi verde bottiglia incastrati nei miei che sono pozzi di perplessità.
E' arrivato da solo il resto, spezzettato nei mesi che passavano lenti e torridi, e ha percorso i primi viali cosparsi di foglie morte in questo autunno timido, e sta conoscendo i freddi, il buio, e arriverà l'inverno a farci da scenografia - l'inverno è un generale dalla storia triste, quasi non lo temo più: a ben guardarlo è un cattivo di quelli che fanno compassione, condannato per sempre a essere sé stesso, l'inverno è un generale che ha alle spalle tutti i dolori del mondo.
Abbiamo fatto la nostra prima gita d'amore e forse serviva l'uragano Cassandra e il mare tempestoso di Trieste a farcelo capire - già lo sapevamo, forse?
Che il nostro è forse un amore appena nato, un amore che cammina per le strade di una città nuova, che ride delle mie battute e anche delle tue, che entra silenzioso in chiesa, che ripara dalla pioggia, che ti tiene per un braccio mentre rischi di cadere - un amore di quelli banali, melensi, senza pretese, di chi è convinto di non meritarsi nulla e proprio per questo ha rispetto dei regali della sorte.
Un amore normale, tiepido e bello, che non insegna niente a nessuno.
E' un amore appena nato, ma certamente è amore.

3 commenti:

  1. E Dio (o che dir si voglia) solo sa quanto ho voluto questo per te mia piccola Ish :)

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    1. Lo sai che tutto sommato io e il (tuo!) Dio andiamo abbastanza d'accordo :) ti voglio bene piccola Ish.

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  2. io che milito in un mondo di eserciti corazzati contro le emozioni, che coltivo fiori sotto campane d' acciaio, che scuoto forte i testi di letteratura tormentata nella speranza che una qualche forma d' amore decolli da quelle pagine per atterrare nel contemporaneo...io ti ringrazio perché sei la prova che allora forse non ci sono solo storie d' inchiostro che possono arrivare a lieto fine

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